Essere un clown dottore non è solo indossare un naso rosso e fare battute.
È entrare in una casa per anziani con il cuore aperto, pronto a dare e ricevere, consapevole che ogni incontro potrebbe trasformarsi in qualcosa di profondamente toccante.
Quando varco la soglia d’entrata della casa di riposo, porto con me la mia energia giocosa, ma soprattutto un senso di empatia. Molti anziani che incontro vivono momenti di solitudine o sono intrappolati in una routine silenziosa. Vedere i loro occhi illuminarsi, sentire una risata scoppiare improvvisamente, è una delle soddisfazioni più grandi.
Ricordo ancora una signora che non parlava da giorni. Con una piccola magia e qualche scherzo, abbiamo iniziato a comunicare con gli occhi, poi con i gesti, fino a quando, quasi per magia, ha cominciato a raccontare storie del suo passato, ridendo e sorridendo. È in quei momenti che mi rendo conto di quanto sia potente il nostro intervento: non solo per alleviare, ma per creare connessioni autentiche.
Il cambiamento che vedo non è solo esteriore: è un cambiamento che tocca l'anima.
Le risate portano leggerezza, ma ciò che lascia il segno è il calore umano che si crea, quel piccolo spazio di gioia condivisa che rompe la solitudine e trasforma un momento ordinario in un ricordo speciale.
Essere un clown dottore è un dono reciproco. Ogni sorriso che ricevo è una conferma che, anche nelle situazioni più difficili, c'è sempre spazio per la speranza e per la gioia.
Marilena (dottoressa Mappamondo)
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