Essere Clowndottore significa prescrivere la medicina del sorriso a coloro che stanno attraversando un percorso di malattia o di solitudine.
E proprio il sorriso, quello genuino, quello ti fa socchiudere gli occhi, arricciare il naso alzandoti gli zigomi del volto e gli angoli delle labbra, diventa uno strumento efficace e funzionale che ci permette di bussare miratamente (pur con discrezione) alla porta del cuore dei nostri assistiti.
Ed il cuore, si sa, lui non lo freghi. Lui è permeabile solo alla genuinità e alla sincerità. E quando apre la sua porta e ci dà il benvenuto ("Accomodatevi", dice,) noi entriamo con tutta la nostra energia positiva e lo gonfiamo di gioia. E siccome da gioia nasce gioia, ecco che anche il viso di chi ci ha fatti entrare, cambia.
Sarà forse anche il naso rosso che ci rende buffi, o sarà invece la purezza dei nostri intenti con la quale esprimiamo la nostra prossimità, non saprei dirlo, ma... nei momenti in cui si sta insieme, diventa un sollievo pieno e reciproco. Difficile spiegarlo a parole. Mi verrebbe da descriverlo come un incontro tra due anime apparentemente sconosciute che scoprono di conoscersi da sempre. Essere clowndottore significa quindi donare gioia incondizionata.
E, ragazzi!!!, ma quanto bello è, quando al termine della nostra visita dopo esserci congedati, guardiamo con la coda dell'occhio dietro di noi e troviamo un meraviglioso sorriso lì, adagiato sul loro volto?!!? È quello il più bel saluto che possiamo ricevere come clowndottori.
Significa che abbiamo adempiuto alla nostra missione. E forse, senza sembrare troppo stucchevole, credo che sia un po' il vero senso della vita. E, in quel preciso istante, a noi clowndottori, sembra di volare altissimo.
Giuseppe (Dottor Luciotto)
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