Nei nostri studi sull’umorismo ci siamo imbattuti in un curioso pamphlet futurista intitolato “Il Controdolore”. L’autore, Aldo Palazzeschi, con la tipica grinta futurista ci parla del ridere…
Prima evoca Dio, lo vede come un ometto normale, rotondetto, gioviale ( perché –se proprio lo vogliamo rendere umano- raffigurarcelo con la barba lunga i capelli bianchi fluenti, accigliato e imperativo ? ) che gioisce della sua propria creazione … “egli mi guarda ridendo a crepapelle, la sua divina faccettina (…) s’illumina di una risata infinita ed eterna; perché dovrebbe questo spirito essere la perfezione della serietà e non quella dell’allegria ? secondo me , nella sua bocca divina, si accentra l’universo in un eterna motrice risata. egli non ha creato per un tragico, malinconico o nostalgico fine, ha creato perché ciò lo divertiva !”
L’autore ci racconta poi del sistema solare come di un gioco di biglie giganti e del nostro pianeta come di un campo diviso in due da una siepe di spine…il dolore…Noi siamo di qua, e al di là di quella c’è la gioia infinita ! Palazzeschi ci invita ad attraversare la siepe del dolore per giungere a quella gioia suprema…
Alla fine del pamphlet, in un curioso decalogo di modi per evitare la mortifera serietà, ci esorta a “trasformare gli ospedali in ritrovi divertenti, mediante five o’clock tea esilarantissimi, cafe’ chantants, clown, (…) suscitare tra gli ammalati una infinita gaiezza…”
Palazzeschi non sapeva niente di PsicoNeuroImmunologia…però aveva compreso un sacco di cose…nel 1914.